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DIDATTICA PER LE SCUOLE

Cod Art 0069 | Rev 00 | Data 30 Set 2008 | Autore Castronuovo Motta Nicola

 

GLI OTTO SENSI DELLO SQUALO

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Se cadi in acqua, uno squalo può avvertire la tua presenza da diversi chilometri di distanza, ma non devi aver paura, è troppo intelligente perché ti mangi, preferisce il pesce. Tu non sei la sua preda preferita. Lo scoprirai leggendo la sua biologia. Come tutti gli animali predatori, è solo un po’ curioso.

Vista

Foto2Gli occhi sono posti ai lati della testa di modo che gli squali possano avere un campo visivo pressoché totale. Il bulbo oculare è ellittico con una cornea centrale ed è protetto da una fibra bianca( rigida ).La quantità della luce che entra nell’occhio è regolata da un’iride che si chiude / apre regolando l’apertura della pupilla. Lo squalo durante il giorno vede a colori, grazie a dei fotorecettori che operano per questo, di notte e comunque in assenza di luce i fotorecettori che utilizza vengono chiamati rod. Un altro adattamento che facilita la vista in ambienti bui è il tapetum lucidum.

Olfatto

Foto3Gli organi dell’olfatto sono situati in due sacche poste sotto il muso. Ogni sacca è rivestita da una membrana che convoglia l’acqua in un canale provvisto di lamelle sensoriali. L’acqua che mantiene in sospensione particelle microscopiche, scorre in fossette fra le lamelle. Le molecole in sospensione stimolano le cellule recettive che rilasciano impulsi elettrici che raggiungono il cervello, che a sua volta elabora le informazioni. Lo squalo può avvertire tracce di sangue in concentrazione di 1 /1000.000.000 ossia: una molecola di sangue in un miliardo di molecole d’acqua. Veramente incredibile. La distanza da dove lo squalo avverte la presenza di sangue, si stima in circa 1,00 km (0.62 miglia).

Gusto

Foto4Questo sistema lavora come quello olfattivo, ma i recettori (le papille gustative) sono nella bocca. Meno preciso di quello olfattivo il suo scopo è quello di stabilire se una cosa è buona o non lo è. Accade spesso durante un’azione di caccia, a discapito ad esempio di una tavola da surf scambiata per la sagoma di un’otaria, che lo squalo molla immediatamente la presa. Capita a volte di trovare nello stomaco di alcuni squali, detti anche squali spazzini, uno fra tutti lo squalo tigre, parti di plastica, di copertoni e altro, indice che a volte lo squalo dopo aver girovagato a lungo e senza aver trovato una preda di suo gradimento, assalito da una gran fame raccoglie quello che trova nel fondale marino, ingerendo quello che non deve.

Il tatto

Foto5 Il tatto è mediato da una rete di nervi che arrivano fino alla superficie della pelle. Le terminazioni nervose sono stimolate da ogni minima pressione, agente sulla superficie del derma. Recenti studi ad esempio nel settore del nuoto agonistico, hanno portato ad utilizzare delle tute da nuoto, simili alla pelle dello squalo, insuperabile per robustezza, ma soprattutto per la caratteristica della penetrazione dell’acqua, scivolando senza incontrare eccessivo attrito. La pelle osservata al microscopio mostra delle forme differenti fra le scaglie placoidi, in base al sesso dello squalo, ma variando forma nello stesso animale, in base alla parte del corpo che la pelle ricopre. Naturalmente le scaglie placoidi sono orientate in maniera da opporre la minima resistenza all’acqua.

Udito

Foto6Gli squali sono attratti dai rumori forse perché infastiditi, ma molti squali sono curiosi. L’organo principale dell’udito è la "macula neglecta" un organo costituito da una coppia di sottili cellule filiformi, poste vicino alla sommità del teschio. I rumori ad esempio di un pesce che si dibatte, sono incanalati in tube cartilaginee e convogliate verso l’orecchio per stimolare la “ macula neglecta “. I pescatori di varie parti del mondo, come l’area del Pacifico, Oceano Indiano, utilizzano vari attrezzi artigianali per attirare gli squali, simulando un pesce ferito od altro. Di solito utilizzano parti di piante o frutti, per costruire sonagli, o bastoncelli da battere o far vibrare in acqua, ma anche pietre o conchiglie da far schioccare una contro l’altra.

Equilibrio

Il sistema vestibolare è un complesso di sottili organi membranosi che aiuta lo squalo a mantenere l’equilibrio, l’orientamento e il controllo dei movimenti. All’interno d’ogni orecchio ci sono tre canaletti semicircolari pieni di fluido. Quando lo squalo nuotando cambia direzione, il canale che si trova sullo stesso piano di rotazione, preme su una membrana che a sua volta invia segnali al cervello. Una composizione di granuli di calcio ( octonia ) conferisce all’animale la facoltà di capire in quale direzione si sta muovendo. Lo squalo martello ad esempio, con la sua testa caratteristica, oltre ad avere una visuale del campo visivo ridotto rispetto agli altri squali, con un angolo minore, avendo gli occhi posti ai lati della testa, sfrutta in maniera ottimale la sua forma per quanto riguarda l’equilibrio e la ricerca del cibo, come un sonar.

Il sistema della linea laterale

Sono un’importante sistema sensoriale che conferisce allo squalo la capacità di avvertire e individuare movimenti d’acqua e vibrazioni prodotte da prede. Costituito da cellule pilifere ( neuromasti ). Sulla superficie della pelle, questi affiorano analizzando la velocità dell’acqua, mentre altri neuromasti situati in pori dermali, sono sensibili a cambiamenti di pressione e controllano l’accelerazione dell’acqua. La linea laterale si sviluppa in lunghezza e parte dal muso dello squalo per terminare nella coda. In corrispondenza del muso si ramifica in varie parti coprendo tutta l’area.

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Le ampolle del Lorenzini

Nello squalo sono presenti dei pori tutto intorno al muso. Lo scopo di questi pori è di individuare potenziali prede. Gli organi di questo senso sono le Ampolle di Lorenzini (dal nome del suo scopritore). Sono delle sacche da cui si dipartono dei tubicini pieni di gel altamente elettro conduttivo. Ogni lieve scarica elettrica prodotta da un’eventuale preda,è percepita dallo squalo come una sorta di aura(come un soffio). Il campo elettrico minimo percepibile è di 5 nanovolts/cm. La forza del campo elettrico diminuisce con la distanza della preda, dove raggiunge la sua forza maggiore nell’arco di 20/30 cm. Probabilmente le ampolle di Lorenzini servono allo squalo anche per riconoscere la propria posizione rispetto al campo magnetico terrestre.

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Ampolle del "Lorenzini" (fori) disposti tutti attorno al muso. Foto by Nico